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La nuova Audi RS4 provata da un motociclista: ecco come va!

Con tutte le limitazioni di un demo-drive stradale vi raccontiamo di una purosangue travestita da auto da tutti i giorni: funziona!


Le auto sportive, sporche "da strada", hanno quel fascino da 24 ore che non so...


Audi è una casa che per noi motociclisti ha da qualche anno acquisito un valore diverso, perché è proprio attraverso questo brand che rappresenta l’avanguardia della tecnica che il gruppo Volkswagen ha messo le mani su un’altra eccellenza della tecnica e dello stile italiano dopo Lamborghini, ovvero Ducati.

Il binomio ha portato da subito una ventata di freschezza in ambo le aziende, potendo permettere alle due factory di scambiarsi conoscenze e sogni, creando insieme nuovi progetti che mescolano passione e sicurezza; come ad esempio il sistema di comunicazione tra auto e moto per un futuro di assistenza attiva alla guida anche per le due ruote.

Ma oggi parliamo di altro. Oggi parliamo di eleganza e velocità, di potenza e controllo, di lusso e sportività: oggi parliamo di un sogno che si realizza.


Un' emozione, gratis

Audi, attenta da sempre alla sua immagine di brand di lusso, negli ultimi anni ha deciso di impegnarsi mostrando i muscoli… con eleganza e discrezione. Ci vuole infatti una struttura ben solida per poter offrire a chiunque, purché in possesso di una valida patente di guida, l’emozione di un giretto su una macchinetta da almeno 300 CV e minimo 50 mila euro… Ovviamente gli uomini del marketing di Audi si avvalgono di collaboratori all’altezza, offrendo ai propri clienti l’esperienza e la competenza di piloti o ex piloti professionisti, che mentre raccontano i mille dettagli delle auto, insegnano e monitorano le eventuali velleità sportive degli emozionati partecipanti a questa giostra per bambini adulti. In questa occasione mi sono potuto godere, grazie al mio driver Andrea Gilardi (con cui ho avuto il piacere di fare due chiacchiere, e di scoprire cose che vi racconterò…) un’esperienza straordinaria per noi esseri umani: guidare una RS4 model year 2020. Vi assicuro, 450 cavalli facili.



Dal mio imbarazzante archivio: "Almeno i miei occhiali Emblema mi salvano..."


Nella spettacolare cornice di Madonna di Campiglio, vera perla delle dolomiti, il cube Audi campeggia in una delle piazze principali, dominando la scena con l’eleganza consueta a questo marchio. Al suo interno una modella che di grazioso ha più l’aspetto che i modi, mi accoglie con la freddezza che ti aspetteresti più da quella località montana in pieno febbraio piuttosto che da chi dovrebbe elargire sorrisi come se ne dipendesse lo stipendio a cottimo, ma tant’è… Avviate le procedure per effettuare il test, scopro con mio grande rammarico che non solo posso scegliere esclusivamente tra il giro stradale o il percorso sul lago ghiacciato; ma anche che per tutto l’anno in corso non potrò ripetere l’esperienza né qui né altrove. A quel punto ammetto che ho dovuto riflettere, perché benché non sia io un tipo da SUV, la possibilità di giocare con un paio di tonnellate abbondanti sul ghiaccio, godendo della famosa trazione quattro senza controlli, è stata una golosa opportunità. Ma dall’altra parte c’era sua maestà RS6, e per un drogato di adrenalina e velocità come me, non c’era gara… Purtroppo l’avvenente receptionist congela (ulteriormente… come se ne avesse avuto bisogno…) le mie già turpi fantasie dichiarando che quella macchina poteva essere provata solo su invito del concessionario. A quel punto non ho avuto scelta: dovevo provare la versione preparata dalla casa di quello stesso modello con cui iniziai i miei primi chilometri automobilistici con l’auto di mio padre. Lui mi insegnò a guidare con una A4 prima serie, ora io avrei avuto l’onore ed il piacere di portare una RS4 ultima serie.


Guidare o non guidare? Questo è il problema...

Ho ragionevolmente scritto “portare” riferendomi al gesto di guidare questa sublime meraviglia di tecnica, perché con un driver al tuo fianco, che castra (giustamente) ogni tentativo di allungo sul pedale del gas, dire che l’avrei guidata sarebbe stato oltremodo fuori luogo. Almeno per me. Io se penso a “guidare” mi vedo sudante dentro al casco mentre strizzo il volante con i guanti e stringo i denti facendo scivolare la macchina di traverso in uscita da una curva con almeno due ruote sul cordolo…

Ammetto però che dopo le dovute reciproche presentazioni di auto, driver, e conduttore; qualcosa mi è stato concesso di fare e, di conseguenza, capire.

Nell’ordine:

- questa auto è una bomba!

- questa auto è velocissima!

- questa auto è emozionante, ma nel contempo anche facile

- riesce comunque a restare un’auto civile ed estremamente confortevole, se si vuole usarla in modo delicato.


Io e Andrea Gilardi. Scoprirete di più su di lui presto, sulle pagine di questo blog!

La prima parte della prova mi è stata utile per saggiare la bontà di quei 600 Nm di coppia disponibili fra i 1900 ed i 5000 giri, in quanto per rispetto della meccanica (sono pur sempre un meccanico... il preparatore ufficiale di Sfida da Bar… un po’ di pietà per la meccanica è nella mia indole) con i liquidi e le turbine ancora lontani dalle temperature ideali di esercizio, ci siamo allontanati dal centro con un filo di gas, silenziosamente, come se fossimo su una tradizionale A4 avant. Lì questa nuova RS4 mi ha mostrato il suo carattere soffice, corroborato dalle sospensioni DRC (Dynamic Ride Control) che in selezione "comfort” mostrano una flessibilità alle asperità degli ispidi asfalti montani deteriorati dal ghiaccio, che poche altre auto di pari livello potrebbero offrire. Poi, uscendo dal paese, e con il motore un po’più pronto all’azione, ho potuto saggiare la capacità telaistica di questa “famigliare da guerra”, che incideva le traiettorie sia su curve strette, che su curvoni in appoggio a (poco) gas costante con una naturalezza sconvolgente. Dopo alcuni chilometri, deciso di rientrare alla base, il mio driver mi concede un piccolo assaggio delle reali capacità di questa fucina di emozioni. Riparto quindi da fermo senza esagerare; un po’per non farmi riprendere subito, un po’perché razionalmente capisco che stare seduto di fianco a qualcuno di cui non conosci le capacità di guida su strada aperta al pubblico non è l’esperienza più felice del mondo. Ma poco dopo, con il suo assenso, su un breve rettilineo, affondo il piede destro alla ricerca del tappetino. Per un attimo mi sembra di essere in moto. Mi sento stretto tra due forze antitetiche: una mi schiaccia contro il sedile, mentre l’altra mi lancia verso l’orizzonte, e sembra che nessuna delle due voglia cedere il passo all’altra! Devo alzare il piede, mio malgrado, perché come ho detto prima, non posso permettermi troppo. Ed è un vero peccato, perché conosco perfettamente la strada, conosco molto bene il sistema quattro di Audi, e benché il mio driver cerchi di mascherare il tutto dietro alla precisione chirurgica dell’assetto RS plus di questo modello, ho chiaramente sebbene faticosamente percepito il finissimo lavoro svolto dai controlli elettronici che mi hanno permesso di scaricare a terra quella benedetta mandria di cavalli all’uscita di una curva particolarmente ricca di quel tipico misto sporco fatto di ghiaia, sale chimico, e residui di neve e ghiaccio malamente sciolti.


...feroce ed elegante come una pantera...

Ormai siamo quasi rientrati in paese, e ancora con le palpitazioni per il sound espresso in accelerazione dal V6 biturbo di 2.9 litri, gioco con le palette del cambio tiptronic ritardando la scalata per poter godere dei gorgoglii e degli scoppietti ogniqualvolta richiamo due marce al posto di una sola. Il giro in giostra si conclude con un parcheggio magistrale nell’esatto punto da cui siamo partiti: non tanto per mia abilità, quanto per il sistema di visione satellitare di parcheggio, che insieme alle telecamere e sensori di parcheggio, mi permette di centrare al millimetro lo spazio asciutto nel piazzale ancora innevato. Le mie conclusioni su questa macchina sono per lo più positive, forse anche troppo, e di questo è sicuramente artefice anche il vincolo impostomi nel non poter “approfondire” le reali possibilità di questo vero oggetto del desiderio; ma va altresì riconosciuto che nemmeno io mi sarei fidato ad andare oltre un limite esageratamente basso per questo tipo di auto su una strada aperta al pubblico. Nella speranza che Audi Italia o chi per lei decida di esaudire questo mio sogno nel cassetto, e di farmi provare l’emozione di ciò che questa macchina può realmente fare, magari con l’aiuto di questo stesso driver che tanto mi è piaciuto, in un circuito nel quale possa dare libero sfogo a quei cavalli così eleganti ed alle mie voglie di mescolarmi gli organi interni testando la forza G sviluppata dal mix telaio/gomme/forza centrifuga, ci sono alcuni pensieri che mi lasciano un po’ perplesso. Uno su tutti: "Ma perché costa così tanto?????". Dopo averla provata, fidatevi di me, ognuno di voi penserebbe la stessa cosa: perché chiunque sia minimamente sano di mente ed appassionato di Auto (la maiuscola non è a caso) vorrebbe averne una in garage, da ammirare, coccolare, usare ogni giorno per andare a farci la spesa, e ogni domenica per un track day.

E l’Audi RS4, fidatevi, è una macchina che può farlo.




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