Ce l'ho fatta, esame superato! Si, ma adesso?

Ed eccoci... a distanza di poche settimane, considerando le obbiettive difficoltà che si riscontrano in qualsivoglia ufficio nel mese di agosto, a metà settembre ho alfine ricevuto la tanto attesa notizia: ho superato l'esame, risultando quindi idoneo al ruolo di Istruttore di Tecniche di Guida Motociclistica. Ma, come è consuetudine, è proprio quando si chiude una sfida che ne inizia un'altra; ed è ora che inizia il bello!
Si, perché il sistema sviluppato dalla Federmoto a riguardo degli istruttori è rigido ed estremamente dettagliato, per tutelare sia gli utenti, sia per l'appunto gli istruttori. Infatti, per poter esercitare, non basta superare l'esame ed iscriversi all'Albo, ma è necessario anche l'appoggio ufficiale della Federazione, che può arrivare sia attraverso strutture ufficiali, come scuole convenzionate, sia attraverso un motoclub di appoggio, che ovviamente deve essere altrettanto ufficialmente riconosciuto. Una volta ottenuta l'approvazione, si presenta il programma didattico che si vuole offrire agli utenti, e di conseguenza sarà la Federazione a valutare quale Tecnico affiancare quando, come nel caso del sottoscritto, non si sia già raggiunta una comprovata indipendenza operativa. Questa soluzione è comunque da valutare come opzione dominante anche in tutti quei casi nei quali si riesca ad organizzare un evento con un numero di utenti interessante, che ovviamente non potrebbero essere seguiti con la massima attenzione da un solo istruttore, rendendo così meno efficace l’insegnamento. Vista la notevole quantità di elementi di cui poter usufruire nel momento in cui si desidera approfondire determinati aspetti della guida, o ricevere i fondamentali in modo corretto da istruttori altamente qualificati, anche ad esempio per prepararsi al conseguimento della patente, è necessario comprendere se il corso proposto rispecchi le necessità dell’allievo/a, ed è per questo che è buona norma creare un momento di analisi soggettiva prima della parte pratica del corso, al fine di massimizzare i risultati ottenibili.

Senza dubbio questo nuovo percorso offre diversi spunti di riflessione anche per l’istruttore, che deve imparare anche come parametrarsi correttamente non solo con dei/delle apprendisti o comunque inesperti motociclisti/e, ma anche con chi magari in moto ci sa (o pensa) di saperci già andare discretamente bene, e vuole perfezionarsi quando magari avrebbe bisogno di cancellare tutto e ricominciare da capo… Infatti non è raro trovare motociclisti che incappano in banalissimi errori che di per sé non sono gravi, ma sicuramente non aiutano in sella, inficiando la sicurezza personale ed altrui attraverso maggiori affaticamenti alla guida o proprio con movimenti errati nella gestione del mezzo che possono essere la causa scatenante di una perdita di controllo in caso di emergenza.
Da questo punto di vista, ovviamente, non tutto si può imparare sui banchi, quindi è palese che solo con il tempo e l’esperienza didattica attiva gli istruttori sviluppino un sistema adeguato per essere velocemente e indiscutibilmente compresi da tutti; e di nuovo è per questa ragione che è indispensabile l’appoggio della Federazione.
Sicuramente poi è di grande aiuto l’esperienza dei colleghi, e da questo punto di vista mi posso dire parzialmente fortunatissimo. Si, perché grazie al mio lavoro, ed ai miei oltre 15 anni nei paddock di mezza Europa e oltre, ho avuto il privilegio di conoscere moltissimi piloti di eccelse qualità non solo tecniche, ma anche umane, pertanto non ho dubbi sul sapere di poter contare su aiuti di alto livello…il problema è che potrebbero essere di TROPPO alto livello. Perché, non dimentichiamocelo, guidare in strada è una cosa, ma farlo in pista è una cosa completamente differente. Ed è forse per questa ragione che alcuni soggetti che nel tempo hanno partecipato al corso per diventare ITGM non sono riusciti a superare l’esame: non tanto perché non avessero capacità tecniche di guida, ma perché tendevano a riportare su strada uno stile di guida da pista, ed ovviamente questo è sbagliato per così tante ragioni, che non saprei nemmeno da dove iniziare a spiegarle e raccontarle…

Conscio di queste valutazione, sono consapevole che il momento di lanciarsi non è ora: quindi mi prenderò del tempo per valutare quale possa essere la soluzione più confacente alle mie necessità, alle mie possibilità, ed ovviamente anche alla mia volontà di crescere professionalmente in un ambito in cui sento di poter dire la mia, partendo dal basso, come ho sempre fatto.
Continuerò a tenervi aggiornati, e se vorrete testarmi come istruttore, beh… accoglierò questa opportunità con il classico spirito alla Sfida da Bar!!
Comments